Introduzione
Nel competitivo mondo dello sviluppo dei prodotti, il successo non è mai garantito. In questo articolo, esploreremo cinque esempi eclatanti di prodotti falliti, analizzando cosa è andato storto e come una corretta validazione avrebbe potuto prevenire questi costosi errori. Scopriremo anche come il corso Professional Product Discovery & Validation (PPDV) può fornire gli strumenti necessari per evitare simili fallimenti.
1. Amazon Fire Phone: un flop da 120 milioni di dollari
Nel 2014, Amazon lanciò il Fire Phone, un ambizioso tentativo di entrare nel mercato degli smartphone. Nonostante le risorse e la reputazione di Amazon, il prodotto si rivelò un clamoroso fallimento, costando all’azienda circa 120 milioni di dollari.
Cosa è andato storto? Il telefono era sovraccarico di funzionalità che gli utenti non desideravano e non riusciva a competere con i già affermati iPhone e dispositivi Android.
Lezione di validazione: un approccio empirico, iterativo e incrementale, implicando una ricerca di mercato e test con gli utenti avrebbero potuto rivelare la mancanza di domanda per le funzionalità uniche del Fire Phone.
Leggi la storia del Fire Phone qui.
2. Google glass: quando l’innovazione supera l’utilità
Lanciato nel 2013, Google Glass sembrava un prodotto rivoluzionario. Tuttavia, problemi di privacy, costi elevati e mancanza di un chiaro caso d’uso portarono al suo fallimento nel mercato consumer.
Cosa è andato storto? Google non aveva validato adeguatamente l’accettazione sociale e l’utilità percepita del prodotto.
Lezione di validazione: è fondamentale testare non solo la fattibilità tecnica, ma anche l’accettazione sociale e l’utilità percepita dei prodotti innovativi.
Leggi la storia dei Google Glass qui.
3. Juicero: lo spremifrutta da 120 milioni che nessuno voleva
Juicero raccolse 120 milioni di dollari per creare uno spremifrutta connesso a Internet. Il prodotto da 400 dollari si rivelò superfluo quando si scoprì che le bustine di succo potevano essere spremute a mano 🤣.
Cosa è andato storto? Una valutazione inadeguata del valore percepito e della disponibilità a pagare dei consumatori.
Lezione di validazione: è cruciale valutare correttamente il valore percepito del prodotto e la disponibilità a pagare del mercato target.
Leggi la storia di Juicero qui.
4. Quibi: quando il timing è tutto
Quibi, una piattaforma di streaming per contenuti brevi, chiuse dopo soli sei mesi nonostante un investimento di 1,75 miliardi di dollari. Lanciata durante la pandemia, non riuscì a catturare l’interesse del pubblico.
Cosa è andato storto? Il timing di lancio e il modello di business non erano ottimali per le condizioni di mercato.
Lezione di validazione: è essenziale valutare attentamente il timing di mercato e essere pronti ad adattare rapidamente il prodotto in base ai feedback degli utenti.
5. Boo.com: il gigante dell’e-commerce che bruciò 135 milioni in 18 mesi
Boo.com, un rivenditore di moda online, fallì nel 2000 dopo aver bruciato 135 milioni di dollari in 18 mesi. Il sito era troppo avanzato per l’infrastruttura internet dell’epoca.
Cosa è andato storto? La tecnologia non era ancora pronta per supportare la visione del prodotto.
Lezione di validazione: è importante valutare non solo la visione del prodotto, ma anche la maturità tecnologica e l’infrastruttura necessaria per supportarlo.
Leggi la storia di boo.com qui.
Conclusione
Questi esempi di prodotti falliti dimostrano chiaramente l’importanza critica della validazione del prodotto. Indipendentemente dalle dimensioni o dalla reputazione dell’azienda, trascurare questa fase può portare a costosi errori. Il corso Professional Product Discovery & Validation (PPDV) offre gli strumenti e le tecniche necessarie per evitare questi fallimenti, insegnando come validare efficacemente le idee di prodotto prima di investire pesantemente nello sviluppo.
Articolo e podcast collegato interessante. Forse qualche dettaglio in più (esempio, tecnica, …) su come il fallimento poteva essere evitato sarebbe stato utile per comprendere meglio l’importanza di certi aspetti dello sviluppo incrementale.
Esempio sul telefono di Amazon: ok l’approccio empirico e incrementale, ma per avere dei feedback lo smartphone lo devo comunque produrre e dare in mano ad numero significativo di utenti…
Grazie!
Grazie per il commento Sevastian, ne prendiamo nota. Pubblichiamo presto altri articoli che, in parte, risponderanno alle tue curiosità.